giovedì 12 novembre 2015

Canili: "Animali abbandonati e adozioni bloccate: ecco la legalità del Comune di Roma"


Animali abbandonati a loro stessi che vanno avanti grazie al cibo comprato dai volontari e senza possibilità di uscire dalle gabbie, perché le adozioni, di fatto, sono bloccate. Il braccio di ferro sulla gestione dei canili comunali di Roma prosegue. L'Avcpp, Associazione Canili di Porta Portese, da un lato, che da anni si occupa di mandare avanti i ricoveri di cani e gatti della città, e l'impresa vincitrice del bando comunale adottato per mettere fine agli affidamenti diretti dall'altro, la Mapia Srl, gestore di un mega canile pugliese e di stabulari per animali dell'Università di Bari.

 "A distanza di 41 giorni dal 1 ottobre 2015, giorni in cui un soggetto a scopo di lucro sarebbe dovuto entrare nel rifugio comunale Ponte Marconi ex Cinodromo, i cani continuano ad essere accuditi dai volontari e dagli operatori delle associazioni presenti da anni in canile, l'Associazione Volontari Canile di Porta Portese e L'Impronta" scrivono i volontari. "L'impresa barese Mapia srl, che ha vinto la gara fotocopia di quella bloccata in autotutela dal Comune stesso a dicembre 2014 per lo scoppio di Mafia Capitale, non ha esercitato la clausola di salvaguardia nei confronti degli operatori presenti in canile e il Comune di Roma ha ordinato il ritiro di tutti gli operatori Avcpp (personale per accoglienza al pubblico e adozioni, educatore e terapista) ed il blocco dei servizi ai cittadini e agli animali. Gli animali non sono adottabili e non sono recuperabili dal punto di vista comportamentale".
Inoltre "il cibo non viene più fornito come da convenzione e i 49 cani presenti si alimentano solo grazie a pappe comprate direttamente a loro spese dalle associazioni presenti".

"Le richieste dell'animalismo romano - supportate da tutte le forze politiche cittadine, in maniera bipartisan - di non consentire ad un imprenditore di gestire un canile comunale capitolino (per la prima volta nella storia) non solo non sono state ascoltate dal Comune di Roma ma addirittura gli animali sono stati abbandonati a loro stessi, senza la possibilità di uscire in adozione dalle gabbie: numerose sono le richieste di adozione giunte ad Avcpp da cittadini che vogliono liberare un cane dal canile usufruendo di servizi e professionalità ventennale ma non possono essere portate a termine".

"Voci di corridoio parlano di un accentramento delle adozioni nelle mani del Comune di Roma (che non ha personale specializzato atto a garantire ad animali e cittadini un servizio tanto delicato) forse con l'ausilio di associazioni compiacenti. Avcpp - che ha già rappresentato al Comune di Roma la sua disponibilità a continuare ad occuparsi di adozioni anche a titolo gratuito e che conosce questi animali uno ad uno, dopo averli curati per anni a proprie spese- continua a sollecitare il Dipartimento Ambiente senza ricevere risposta alcuna. I cani del canile comunale Ponte Marconi ex Cinodromo di Lungotevere Dante 500 sono rimasti senza adozioni, senza servizi e senza cibo: questa è la legalità del Comune di Roma? Avcpp dice NO: difenderemo fino alla fine professionalità ed animali. Noi ci siamo e ci resteremo. Invitiamo tutti i cittadini a stare a fianco dei cani e dei lavoratori del canile di Ponte Marconi in difesa di un modello di benessere animale che da oltre 20 anni appartiene a Roma Capitale".
Fonte Romatoday