domenica 29 novembre 2015

Nuovi giubbotti antiproiettile per i cani poliziotto, arriva il Nord body armour.

Nel ricordo di Diesel. La morte del pastore belga di 7 anni negli scontri a Saint-Denis avvenuti dopo gli attacchi terroristici di Parigi il 13 novembre ha smosso le coscienze. Così dalla Russia arriva l'idea di un nuovo giubbotto antiproiettile per gli amici a quattro zampe che rischiano la vita nelle loro attività di ausilio alle forze di polizia. Più che un giubbotto, è una corazza quella creata dalla Scientific Production Association of Special Materials di San Pietroburgo. Come riporta il Daily Mail, la nuova linea di giubbotti prevede la protezione, o meglio la blindatura di collo e petto. Nel caso fosse necessario, il cane può indossare anche ulteriori protezioni alla testa e alle gambe. Il "Nord body armour" è semplice da indossare e permette al cane poliziotto di trovarsi del tutto a suo agio. L'ideatore Vladimir Khitrykh ne è sicuro: "Ci abbiamo lavorato per sei mesi. E basta solo un minuto per indossarlo". Una maggiore protezione dei cani poliziotto era stata richiesta, in Italia, anche dall'associazione animalista Aidaa. Il presidente Lorenzo Croce ha inviato una lettera ai ministri della Difesa Roberta Pinotti ed a quello degli Interni Angelino Alfano "perché dotino di giubbotti anche i cani poliziotti italiani". "Non deve più succedere -dice Croce- quanto accaduto a Diesel, la femmina di pastore tedesco, cane poliziotto francese ucciso da una kamikaze durante i controlli della polizia ad un covo di terroristi dell'Isis nei sobborghi di Parigi.

Fonte Huffington Post

mercoledì 18 novembre 2015

Animali impignorabili, è quasi fatta


Ci siamo quasi
: ancora un po’ di pazienza e gli animali d’affezione saranno espressamente dichiarati «impignorabili» a norma di legge. Sta, infatti, per concludersi l’iter parlamentare di approvazione del disegno di legge in materia ambientale (per la promozione di misure di green economy — Collegato ambientale — legge stabilità 2014), che all’art. 77 prevede la modifica all’art. 514 del codice di procedura civile, in materia di cose mobili assolutamente impignorabili. In base a due nuovi commi che saranno introdotti nell’attuale art. 514 c.p.c., saranno assolutamente impignorabili («6-bis) gli animali di affezione o da compagnia tenuti presso la casa del debitore o negli altri luoghi a lui appartenenti, senza fini produttivi, alimentari o commerciali; (6-ter) gli animali impiegati ai fini terapeutici o di assistenza del debitore, del coniuge, del convivente o dei figli».
Il testo originario del Collegato ambientale nulla prevedeva rispetto alla impignorabilità degli animali, che restavano quindi assoggettabili alle procedure esecutive, con possibilità di vendita all’asta per l’adempimento di un debito che il «familiare umano» non era stato in grado di soddisfare altrimenti. La situazione andava riformata, perché non era ulteriormente tollerabile la contraddizione del nostro sistema, che sotto il profilo penalistico tutela gli animali come esseri senzienti mentre li considera «beni mobili», cioè cose, sotto il profilo civilistico. Il problema non è nuovo, visto che già nel 2008 la Lav lo affrontava nella sua proposta di legge a modifica del codice civile, da cui sono state stralciate le già riformate norme in materia di soccorso stradale (nel 2010) e di condominio (nel 2012).
Per il problema del pignoramento degli animali, la società civile è riuscita a far sentire la sua voce e a raccogliere oltre 120 mila firme in meno di due mesi (con la campagna #giulezampe, promossa dalla Lega Nazionale del Cane). Accogliendo le istanze sociali il Governo ha presentato un emendamento al testo originario del disegno di legge, in cui ha previsto °— appunto — l’introduzione della norma contro la pignorabilità degli animali domestici. Dopo l’approvazione dell’emendamento al Senato (avvenuta il 4.11.15), ora è la volta della Camera. Auspichiamo che il Parlamento non perda l’occasione di promulgare una norma innovativa, capace di appaiare la legislazione italiana a quella di altri avanzati Paesi europei (come Austria, Germania, Svizzera, Francia).I tempi sono maturi per una più profonda riflessione sul ruolo degli animali nella nostra società e sul riconoscimento della soggettività giuridica animale. Si tratterebbe di una importante innovazione legislativa, che — senza comportare la totale equiparazione tra umani e non umani — consentirebbe all’ordinamento di superare una volta per tutte le sue contraddizioni, a favore di una piena tutela della dignità animale.

giovedì 12 novembre 2015

Canili: "Animali abbandonati e adozioni bloccate: ecco la legalità del Comune di Roma"


Animali abbandonati a loro stessi che vanno avanti grazie al cibo comprato dai volontari e senza possibilità di uscire dalle gabbie, perché le adozioni, di fatto, sono bloccate. Il braccio di ferro sulla gestione dei canili comunali di Roma prosegue. L'Avcpp, Associazione Canili di Porta Portese, da un lato, che da anni si occupa di mandare avanti i ricoveri di cani e gatti della città, e l'impresa vincitrice del bando comunale adottato per mettere fine agli affidamenti diretti dall'altro, la Mapia Srl, gestore di un mega canile pugliese e di stabulari per animali dell'Università di Bari.

 "A distanza di 41 giorni dal 1 ottobre 2015, giorni in cui un soggetto a scopo di lucro sarebbe dovuto entrare nel rifugio comunale Ponte Marconi ex Cinodromo, i cani continuano ad essere accuditi dai volontari e dagli operatori delle associazioni presenti da anni in canile, l'Associazione Volontari Canile di Porta Portese e L'Impronta" scrivono i volontari. "L'impresa barese Mapia srl, che ha vinto la gara fotocopia di quella bloccata in autotutela dal Comune stesso a dicembre 2014 per lo scoppio di Mafia Capitale, non ha esercitato la clausola di salvaguardia nei confronti degli operatori presenti in canile e il Comune di Roma ha ordinato il ritiro di tutti gli operatori Avcpp (personale per accoglienza al pubblico e adozioni, educatore e terapista) ed il blocco dei servizi ai cittadini e agli animali. Gli animali non sono adottabili e non sono recuperabili dal punto di vista comportamentale".
Inoltre "il cibo non viene più fornito come da convenzione e i 49 cani presenti si alimentano solo grazie a pappe comprate direttamente a loro spese dalle associazioni presenti".

"Le richieste dell'animalismo romano - supportate da tutte le forze politiche cittadine, in maniera bipartisan - di non consentire ad un imprenditore di gestire un canile comunale capitolino (per la prima volta nella storia) non solo non sono state ascoltate dal Comune di Roma ma addirittura gli animali sono stati abbandonati a loro stessi, senza la possibilità di uscire in adozione dalle gabbie: numerose sono le richieste di adozione giunte ad Avcpp da cittadini che vogliono liberare un cane dal canile usufruendo di servizi e professionalità ventennale ma non possono essere portate a termine".

"Voci di corridoio parlano di un accentramento delle adozioni nelle mani del Comune di Roma (che non ha personale specializzato atto a garantire ad animali e cittadini un servizio tanto delicato) forse con l'ausilio di associazioni compiacenti. Avcpp - che ha già rappresentato al Comune di Roma la sua disponibilità a continuare ad occuparsi di adozioni anche a titolo gratuito e che conosce questi animali uno ad uno, dopo averli curati per anni a proprie spese- continua a sollecitare il Dipartimento Ambiente senza ricevere risposta alcuna. I cani del canile comunale Ponte Marconi ex Cinodromo di Lungotevere Dante 500 sono rimasti senza adozioni, senza servizi e senza cibo: questa è la legalità del Comune di Roma? Avcpp dice NO: difenderemo fino alla fine professionalità ed animali. Noi ci siamo e ci resteremo. Invitiamo tutti i cittadini a stare a fianco dei cani e dei lavoratori del canile di Ponte Marconi in difesa di un modello di benessere animale che da oltre 20 anni appartiene a Roma Capitale".
Fonte Romatoday

lunedì 9 novembre 2015

Animali da compagnia "non pignorabili". Primo ok in Senato



Gli animali da compagnia non sono "pignorabili", primo via libera alla modifica del codice civile al Senato. A renderlo noto è l’Associazione "Amici Veri" di Piacenza per la tutela degli animali domestici (Piacenza, v. San’Antonino, 7) che informa che l'Aula del Senato ha approvato l'articolato sotto riportato (nel testo così come proposto dalla Commissione Ambiente). Il testo tornerà alla Camera per la definitiva approvazione.

Art. 77. (Modifica all'articolo 514 del codice di procedura civile) 1. All'articolo 514 del codice di procedura civile, in materia di cose mobili assolutamente impignorabili, dopo il numero 6) sono aggiunti i seguenti: «6-bis) gli animali di affezione o da compagnia tenuti presso la casa del debitore o negli altri luoghi a lui appartenenti, senza fini produttivi, alimentari o commerciali; 6-ter) gli animali impiegati ai fini terapeutici o di assistenza del debitore, del coniuge, del convivente o dei figli».

venerdì 6 novembre 2015

Gli italiani sono pronti a modificare la propria casa per i propri animali

Disposti anche a modificare la propria casa pur di far stare bene cani, gatti & co. considerati sempre di più membri della famiglia a tutti gli effetti. A confermare l’amore degli Italiani per gli animali (60 milioni sono quelli presenti nelle nostre case) è un’indagine di Hauzz, piattaforma online di arredamento e progettazione di interni e di esterni. Dal sondaggio è emerso infatti che il 43% degli intervistati negli ultimi 2 anni ha effettuato delle modifiche alla casa con lo scopo di creare ambienti più adatti e confortevoli per il proprio animale. Di questi, il 44% addirittura ha aggiunto un’intera area dedicata al proprio pet, il 37% ha riadattato le zone esterne all’abitazione, mentre il 15% si è limitato a riconfigurare la disposizione di una sola stanza.  

Fra i motivi della scelta, il 75% dichiara di vivere con un animale domestico per la propria felicità o quella della propria famiglia (51%), altri perché, come dimostrano anche alcune ricerche scientifiche, prendersi cura di un amico peloso aiuta ad allontanare lo stress (51%). Ma condividere gli spazi con un altro essere vivente ha anche un rovescio della medaglia, soprattutto in termini di pulizia. Il 79% dichiara di non sopportare i peli che invadono la casa, in particolar modo nella stagione delle mute, il 24% non ama mantenere pulito lo spazio dei propri animali mentre il 19% mal sopporta i cattivi odori causati dalla presenza di un animale tra le pareti domestiche. 

stando all’indagine, i due terzi ha previsto delle aree specifiche dedicate ai propri cani o gatti. Il 72% dei pet ha un’apposita area per mangiare, il 57% ha la propria nicchia per dormire, mentre il 27% ha uno spazio allestito outdoor. Quando si tratta di amici pelosi, gli italiani sembrano essere molto generosi e accomodanti: il 37% dichiara che il proprio gatto può salire su tutti i mobili senza limiti, contro il 30% dei cani. Il 39% dei gatti inoltre ha diritto a dormire `muso-muso´ con il proprio umano nel letto, contro il 21% dei cani.  

I risultati del sondaggio analizzano anche quanto spendiamo per i nostri quattrozampe. Normalmente, forse per dimensioni, le spese per i cani sono più alte rispetto a quelle per i gatti. Il 26% di chi ha un cane e il 20% di chi ha un gatto, negli ultimi due anni ha sborsato oltre 1000 euro. Spesso (79%), la maggior parte del budget viene investito in ciotole per il cibo, il 44% per le cucce e il 34% per i tiragraffi.  

Fonte La Stampa

domenica 1 novembre 2015

Cani “dottori”, Zoe e Liu fiutano i tumori alla prostata prima dei test scientifici



Fiutano i tumori prima dei test. Zoe e Liu, due pastori tedeschi altamente addestrati presso il centro militare veterinario dell’esercito con sede a Grosseto, sono riusciti a scoprire il cancro prostatico nel 97% dei casi: dati attualmente inimmaginabili se confrontati alle procedure diagnostiche in uso.
La loro percezione della malattia è fino a 5 volte più efficace del test del Psa.

L’esperienza è stata illustrata nel corso del Festival della Scienza, in corso a Genova.
Tutto nasce dall’intuizione di un medico inglese di circa 30 anni. “Disse che il suo cane aveva scoperto un melanoma alla moglie, pubblicò la notizia e io lo contattai – spiega Traversa, responsabile della sezione di Patologia prostatica dell’istituto clinico Humanitas – da quel momento incominciai a lavorare per capire se l’esperienza del medico inglese poteva essere fantascienza o realtà”. “Il tumore prostatico ha un odore particolare e ora il prossimo passo sarà quello di capire quali sono le molecole e cosa annusa il cane”, sottolinea Traversa.

Lo studio ha avuto sviluppi in tutto il mondo: “Stiamo collaborando con Stati Uniti, Giappone, Olanda e Inghilterra per allargare questa esperienza: vogliamo capire che cosa annusi il cane, in modo da riprodurre uno strumento in grado di affiancarlo per capire quale tipo di metabolismo neoplastico cellulare che determina l’odore particolare”. ”Negli ospedali è presumibile che non vedremo i cani come ci capita negli aeroporti – ha aggiunto Pierpaolo Graziotti, Presidente AURO e Responsabile dell’Unità Operativa di Urologia dell’Istituto Humanitas- ma resta “la magia” che animali opportunamente addestrati siano più affidabili di qualsiasi attuale test diagnostico nell’identificare un paziente con neoplasia prostatica.

Fonte ImprontaUnika